domenica 10 giugno 2012

Intervista a Davide Secci


Incontro col pittore Davide Secci


1 - Spiegaci come realizzi le tue opere: i dipinti sono eseguiti esclusivamente con la tecnica dell'olio su tela che nello specifico è a trama molto fine affinché l'effetto finale sia particolarmente gradevole alla vista e non lasci assolutamente indovinare il reticolato della fibra, un po' come se si fosse dipinto direttamente su tavola trattata. Le tele sono incollate su tavola ad ottenere un supporto perfettamente rigido.

Si comincia con il disegno, come nella migliore tradizione pittorica, che deve essere assolutamente preciso e definito. A questo punto si procede con la colorazione di fondo, la base, che è costituita da colori prevalentemente chiari, pastellati e molto densi. Questa fase ha una importanza fondamentale; è necessario capire e prevedere il risultato dell'opera finita a partire dai colori della base, che saranno volta per volta coperti da uno o più colori a seconda del risultato cromatico che si vuole ottenere delle luci piuttosto che delle ombre.

2 - I soggetti che prediligi: I soggetti dei miei quadri sono palesemente una rappresentazione della realtà: quella di un recipiente colmo di frutta, degli ombreggi di un drappeggio, quasi sempre bianco, con le sue pieghe talvolta disordinate e talvolta più lineari che comunque riempiono e completano la tavola, la realtà del povero, dell’alienato, solo con i suoi cenci, la realtà del giovane disadattato, così comune da vedersi nelle periferie di tutte le nostre città, il giovane che ricorre ad un espediente “chimico” per trovarsi, o per ritrovarsi o forse al contrario per estraniarsi, per perdersi ed uscire da un disagio che diventa una morsa… La realtà di una bella donna con le sue rotondità, le forme accattivanti, la pelle vellutata e seminascosta dal solito gioco di ombre. Ed ancora due uomini che discutono e si confrontano, manifestano le loro opinioni, forse senza incontrarsi mai.


3 - Parlaci di te: La passione per la pittura nasce un po’ come una sfida… I primi lavori rimandano a un iperrealismo all’americana, con le mele perfette, splendide e le gocce d’acqua che veniva voglia di toccarle. Ma dopo un po’ quelle mele hanno cominciato a diventare troppo perfette e quelle gocce d’acqua troppo realistiche per i miei gusti. Col tempo l’iperrealismo ha lasciato spazio ad un modo di dipingere “classico”, tradizionale anche nell’esecuzione oltre che nel risultato. Sono abbastanza evidenti i riferimenti alla “maniera” secentesca, alla pittura da “bottega”che ha bisogno di un elemento oramai sempre più raro e sempre più prezioso e che non va sprecato: il tempo. I miei quadri per essere “costruiti” hanno bisogno soprattutto di tempo, a partire dalla preparazione delle scene, studiate come una rappresentazione teatrale (in alcuni casi mi sono servito proprio di un teatro) fino alle lunghissime attese prima di procedere con le velature…

www.davidesecciarte.it                                                                             Misterbin

Nessun commento:

Posta un commento